Regione Liguria usi gli accantonamenti derivanti dai biglietti ferroviari per cancellare la tariffa turistica Cinque Terre e gli aumenti sui biglietti ordinari.

Riportiamo senza commentare un comunicato stampa emesso dai residenti, pendolari e operatori economici delle Cinque Terre la scorsa settimana.

Al di là della distanza che ci separa dalle Cinque Terra il tema è di interesse comune di chiunque viaggi sotto la tariffa regionale Liguria, inclusi coloro che da Novi Ligure si recano a Genova e oltre.

Segue testo del comunicato che è anche qui allegato in formato PDF.

Novembre 2023, nelle Cinque Terre è tempo di bilanci anche se la stagione turistica non accenna a diminuire: tra un'allerta e l'altra i turisti continuano ad affollare borghi e treni; d’altra parte, il 23 ottobre a La Spezia c'erano due navi da crociera con una capienza complessiva di quasi 11.000 passeggeri e lunedì 31 la coda dei visitatori in attesa di comprare 5 Terre Card usciva dalla stazione.

Per il futuro si parla di un prolungamento del servizio Cinque Terre Express per i mesi invernali - ma nelle fasce orarie più centrali della giornata - ovvero a uso dei turisti, tanto da far dichiarare all'Assessore al Turismo e Trasporti Sartori che "non possiamo parlare nel deserto, gli operatori devono seguirci garantendo servizi e locali aperti" (21/10/2023).

È un serpente che si morde la coda ad ormai 8 anni dal 2016: si chiede al territorio delle Cinque Terre di fare da traino per l’economia della Provincia, della Regione, dell’Area Vasta, ma senza garantire una qualche reciprocità dei vantaggi, a cominciare da quella fondamentale dei trasporti.

È vero, presto cominceranno i lavori per rendere più sicura la stazione di Vernazza, l'anno prossimo si spera quella di Manarola, ma ci sono voluti appunto 8 anni per essere ascoltati, e continueranno a mancare i collegamenti diretti per Lavagna, fino a quando i residenti rinunceranno definitivamente all'ospedale di riferimento per maternità e ortopedia, né vi saranno  prolungamenti delle corse del mattino da e per Migliarina a uso di studenti e operatori della ristorazione che lì hanno Istituto Alberghiero e alloggio: eppure un'ora di viaggio in più o meno fa la differenza nella scelta di scuola e lavoro e senza i cuochi presenti e futuri neppure le Cinque Terre possono funzionare.

E nel frattempo dalle Cinque Terre si continua a trarre buona parte degli importi sulla cui base la Regione Liguria ha preso in affitto da Trenitalia i nuovi treni al costo di 518,1 mln€, che, se invece acquistati direttamente dalla Regione sarebbero costati 147 mln€ in meno al netto del mutuo; per non parlare dei 434 mln€ che Regione Liguria avrebbe risparmiato se avesse allineato i costi a quelli delle altre regioni italiane (Prof. Brenna, Docente di Economia e Politica dei Trasporti, 2022).

Ma leggendo la Deliberazione delle Giunta 1201-2021 appare ancora più dubbia la necessità di applicare la tariffa turistica delle Cinque Terre come pure l’aumento dei biglietti ordinari, che già nel 2018 risultavano essere del 70% più cari della media delle altre regioni: oltre ai 5.126.821 € pertinenti al 2018, nel 2019 l’ammontare dell’accantonamento “non previsto” derivante dalla vendita dei biglietti ammontava a 25.332.011 €, sufficienti a coprire fino al 2032 i mancati ricavi conseguenti alla non applicazione degli aumenti calendarizzati al 2019 e 2021 (2% e 7%).

Ci si chiede a questo punto a quanto ammonterà l’accantonamento degli anni 2022 e 2023, visto il record di presenze registrato (cfr. ISTAT 10.5.23 +2/6% vs 2019) e vista l’applicazione dell’aumento del 6,5% e del 6% dei biglietti ordinari nel 2022 e 2023 e 20% del biglietto turistico, che a 5,00 € a tratta (oggi, domani a 5,50 € e dopodomani a 6,00 €) è la più cara d’Europa.

Azzardiamo dichiarando che l’accantonamento degli anni 2021-2023 potrebbe già essere sufficiente a cancellare tutti gli aumenti dei biglietti in calendario, come pure la tariffa Cinque Terre.

Tariffa che, diversamente da quel che si racconta, non viene pagata solo dai turisti ma anche da proprietari di seconde case, amici, figli. Sempre che non si voglia considerare anche questi come turisti da una volta e mai più. E non si voglia agevolare il trasferimento di chi qui vive e lavora presso amici e parenti fuori regione, lasciando le Cinque Terre in mano a figuranti.